Nella tradizione pastorale sarda, il pane carasau veniva preparato dalle donne e donato agli uomini che, per lunghi mesi, pascolavano il bestiame lontano da casa. Era quindi l'unica fonte di nutrimento che si portavano; frutta, verdura e bacche venivano trovate lungo le strade percorse, mentre il formaggio era prodotto da loro stessi (ma mangiato con estrema parsimonia, visto che lo commerciavano o lo barattavano) e condiviso unicamente con i loro compagni di viaggi a quattro zampe.
Ancora oggi questo pane, uno degli oltre 300 tipi che la Sardegna offre, rappresenta un legame tradizionale molto forte, in ricordo di un'attività ancora viva nella memoria e nella vita quotidiana familiare e paesana.
Il pane, come in qualsiasi altra regione, essendo secco veniva inumidito con pochissima acqua; lasciato idratare per qualche secondo e condito a piacere.
A differenza delle ben più recenti piadine romagnole, ricche di strutto, grassi industriali, animali o vegetali, questo pane è Ipocalorico.
La tipologia di alimenti chiamata oggi "Street food" non è che una parodia grottesca dei ben più nobili ed antichi alimenti studiati centinaia di anni fa, da sapienti donne per i loro parenti sempre "in strada".